Unisco la mia parola buona, le mie frasi incrostate alla richiesta di vita e respiro. Non sono un camminatore seriale, seppure sento il bisogno della consunzione della suola sul pietrisco. Oltre alla vita risucchiata dalle restrizioni sempre più stringenti, si sente la follia che rimane chiusa nelle stanze, mentre prima al contrario solcava il palcoscenico, si liberava nello scrosciare dell'applauso o nel fischio. Prima avevamo, ora non ci è concessa la fila, il botteghino, il costo e lo sconto, la meraviglia e la parola successiva e pre-ordinata dopo. O il dialogo nella cena a base di vino e rimembranze delle parole costruite.